Le architetture conservate in tutto il comune di Sorisole si attestano prevalentemente a partire dal Trecento. Le architetture storiche si conservano bene per il XV secolo, più rare sono le testimonianze del XVI secolo, affidate più che altro ed elementi architettonici, ovvero porte e portali.
Le profonde modifiche urbanistiche che hanno interessato questo paese si evincono particolarmente nella frazione di Castello de Pilis che, fin dall’epoca più antica, doveva rivestire un ruolo strategico di controllo e di avvistamento, data la sua posizione, ancora oggi lievemente percepibile, sopraelevata e arroccata, ma non più leggibile nelle murature antiche, nemmeno nell’impostazione generale.
Il materiale rilevato per le costruzioni storiche, non solo integre, ma anche per le singole porzioni murarie, è il calcare di estrazione locale, dal colore crema-ocra. Tra le tipologie di case del comune non si nota una grande varietà: raramente sono stati identificate case isolate, ma sorgono quasi sempre in linea in una serie di almeno tre fabbricati consecutivi. Questo elemento lascia intendere, per lo meno dal XIV secolo, ma soprattutto nel XV secolo, una progettualità nella distribuzione delle case, pensate come complessi abitativi di più unità e in linea, con una consecutiva occupazione degli spazi.
Gli edifici che vediamo ristrutturati e resi agibili per le esigenze abitative attuali, conservano ancora degli elementi che consentono di risalire agli utilizzi originari: ne sono esempio le aperture al secondo livello per i fienili rilevati a Petosino, ma anche nel centro di Sorisole.
Dal momento che l’edificio più antico di San Pietro in vinculis è conservato nel centro del paese, è ragionevole pensare che uno dei poli abitativi più antichi fosse proprio in questa zona di Sorisole, forse contestuale alla frazione di Azzonica e Castello de Pilis, sorti in maniera strategica per il controllo del territorio verso la salita al Canto Alto, e lungo la direttiva da Bergamo verso il Lemine.
L’interesse di Sorisole risiede soprattutto nella sua storia, ben ricostruibile dalle fonti documentarie, che rivestì un ruolo cardine di passaggio tra la città di Bergamo e la prima pianura di raccordo alle valli a Nord: il panorama architettonico conservato è meno ricco rispetto alle attestazioni storiche, tuttavia è di grande interesse per ricostruire lo sviluppo e l’articolazione antica di questo territorio che conserva ancora dei beni importanti e ben leggibili, degni di essere rispettati e finora non conosciuti.