Regione Lombardia, con D.d.u.o. n. 5654 del 18 aprile 2019, ha confermato la qualifica di Soggetto di Rilevanza Regionale ottenuta dalla Fondazione Lemine nel 2018.
Sono 86 i soggetti che hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento nei vari settori: tra questi, la Fondazione Lemine è il solo ente culturale della provincia di Bergamo ad essere stato riconosciuto di rilevanza regionale nell’ambito degli enti che si occupano di « valorizzazione dei beni culturali immobili»: un riconoscimento tanto più prestigioso se si considera che, oltre alla Fondazione Lemine, in tutta la Regione hanno ottenuto lo stesso riferimento solo il FAI – Fondo Ambiente Italiano, la Fondazione Il Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera, il Centro Camuno di Studi Preistorici di Capo di Ponte, la Fondazione Castello di Padernello e l’Associazione Amici di Villa Litta di Lainate ONLUS.
La Fondazione Lemine riceve dunque anche da Regione Lombardia (dopo che lo scorso anno la Provincia di Bergamo ha fatto altrettanto, entrando a far parte della compagine sociale della Fondazione) un importante riconoscimento formale e sostanziale del ruolo che è venuta assumendo negli ultimi anni quale punto di riferimento scientifico, tecnico e logistico-organizzativo sicuro per tutte le comunità del territorio provinciale che hanno a cuore la valorizzazione del proprio patrimonio culturale.
Non si contano ormai, ad esempio, i Comuni bergamaschi che hanno voluto dotarsi di uno strumento importante per la programmazione urbanistica, quale la ricognizione dei centri abitati volta ad identificare gli edifici di importanza storica e artistica, che la Fondazione ha potuto attivare grazie alla collaborazione tecnico scientifica degli specialisti di archeologia dell’architettura dell’Università Cattolica da un lato e dall’altro al consistente sostegno economico offerto ai Comuni interessati dal BIM del Lago di Como e dei fiumi Brembo e Serio.
Negli ultimi mesi, poi, la Fondazione (in accordo e col pieno sostegno della Provincia di Bergamo) è stata l’incubatore dell’Associazione Lombarda Piccole Comunità con Grandi Patrimoni Culturali, della quale oggi è divenuta la sede e il partner tecnico-scientifico e il braccio operativo.
Un’esperienza questa di tale vitalità (oltre che in costante crescita, grazie alle sempre nuove richieste di adesione che provengono dai piccoli Comuni che vengono a conoscenza della costituzione dell’Associazione) che è già riuscita ad innescare a livello europeo un processo di contaminazione non solo virtuoso, ma in senso inverso rispetto a quelli a cui normalmente siamo abituati. Sull’esempio lombardo, infatti, una analoga realtà è stata da poco costituita anche in Germania (e più precisamente nel Baden-Wuerttemberg) e dalla cooperazione fra le due nuove realtà (con la partecipazione anche di un’ulteriore associazione costituita da più di 50 Comuni e Unioni di Comuni della Regione Sardegna e con il pieno sostegno già assicurato dalle competenti strutture governative dei due Stati) è in via di costituzione il Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale «Small Communities with Great Cultural Heritage» (Piccole Comunità con Grandi Patrimoni Culturali).
Si tratta di una delle quattro tipologie di autorità di gestione dei fondi dell’Unione Europea (le altre tre sono la Commissione Europea, gli Stati membri e le Regioni) che avrà come funzione istituzionale quella di fungere da punto di riferimento tecnico-scientifico ed economico-finanzario a livello continentale, nonché da autorevole portavoce (tanto presso le istituzioni comunitarie e internazionali, quanto presso quelle nazionali) a quei centri di minori dimensioni (sotto i 15.000 abitanti) che, senza avere la possibilità di far sentire più di tanto la propria voce e senza poter disporre di risorse operative e finanziarie proprie oppure offerte da importanti sponsors, hanno però la grande responsabilità di dover assicurare un futuro sostenibile ad una quota del patrimonio culturale europeo che è superiore, sia a livello qualitativo che quantitativo (forse non sempre ce se ne rende conto), a quella dei centri urbani di dimensioni maggiori.
Una volta tanto (a differenza di quanto recentemente avvenuto con il processo di assegnazione della sede dell’EMA), grazie al convinto e pieno assenso dei partners tedeschi, è già stato deciso che la sede del nuovo soggetto europeo sarà assegnata all’Italia: e anzi è già stato stabilito che la comunità degli Almenno avrà il privilegio di ospitare quello che sarà il secondo organismo europeo (dopo il Centro di Ricerca di Ispra, sul Lago Maggiore) con sede in Lombardia.