Chiesa di San Giorgio

Predore (BG)


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INTRO

Sulla strada che porta da Sarnico a Predore si incontra, quasi in riva al lago, l’oratorio di san Giorgio martire. Secondo il Bellini fu eretto prima del Mille ed è la più antica chiesa di circondario di Predore. Negli atti della visita pastorale di San Carlo è descritto il sopralluogo nel 1575: l’edificio a quel tempo era ancora più piccolo dell’attuale, poco più di un sacello murale coperto e chiuso. Venne alquanto rimaneggiata nei secoli successivi.

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italia romanica

Descrizione generale

Durante i lavori di restauro, promossi nel 1983 dal “Gruppo dei Fanti”, si scoprì che gli intonaci settecenteschi avevano nascosto la struttura in pietra viva con tutte le caratteristiche di un’opera del XIII secolo. Della costruzione più antica, databile al periodo romanico, rimangono tracce nelle murature perimetrali, tre monofore ora tamponate e una porta con arco a tutto sesto di pregevole fattura, realizzata con grossi conci di pietra e anch’essa tamponata.

La struttura è a capanna e presenta un campanile a due livelli e due campane. L’interno è caratterizzato da un’unica navata rettangolare con copertura lignea rimessa a nuovo e conserva, in controfacciata, un affresco di gusto rinascimentale raffigurante una testa di Madonna. Nel XVII e XVIII secolo l’edifico fu rinnovato come evidenzia la diversa tessitura muraria dell’abside rettangolare, della facciata e la parte superiore del lato sud. In questo periodo furono effettuate le aperture rettangolari; le cornici di pietra di Sarnico invece sono state aggiunte in epoca recente.  

Non fu chiesa parrocchiale, né battesimale né cimiteriale, troppo lontana dall’abitato dove era presente la parrocchiale di San Giovanni con una lunga storia che affondava le sue radici nel V-VI secolo. Oltre a essere dedicata a san Giorgio, esiste una ulteriore titolazione: il Calvi afferma che era sotto il titolo del Rosario nel 1493. Non ci sono documenti a comprova dell’affermazione ma si ricorda che per alcuni anni in età moderna fu intitolata alla Vergine del Rosario e dal 1854 (anno della definizione del dogma) all’Immacolata Concenzione. Da una relazione del 1808 emerge che l’oratorio serve per il culto tre giorni all’anno, in cui vi concorre tutto il popolo, ed è mantenuto con elemosine.

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